Batteri, muffe e altri micro organismi possono trasformarsi, con l’ausilio delle moderne tecniche fotografiche, in vere e proprie opere d’arte. La BioArt nasce negli Stati Uniti ed è ormai popolare in tutto il mondo. Il suo principio è quello di impiegare degli organismi viventi quali spore e batteri, catturandone i movimenti con il microscopio e con speciali apparecchi fotografici. L’aspetto rivoluzionario di questa tecnica, sviluppata all’inizio degli anni Duemila, è quello di riuscire a catturare i movimenti e le caratteristiche estetiche impercettibili dal solo occhio umano, mostrando la realtà dell’infinitamente piccolo ancora inesplorato dal punto di vista artistico. I colori possono essere ad esempio rappresentati utilizzando delle proteine fluorescenti e le sfumature posso essere rappresentate utilizzando determinate muffe. Chiaramente questo tipo di strategia richiede una stretta collaborazione tra scienziati e artisti, in un connubio che unisce due mondi all’apparenza inconciliabili, ma in fondo estremamente vicini. Cos’è l’arte se non un tentativo grossolano di descrivere la realtà, dandone una propria interpretazione? La scienza, alla quale tutti (o quasi) ci affidiamo per molti versi nel corso della nostra vita, ha uno scopo sostanzialmente analogo: quello di comprendere il funzionamento della natura e spiegarlo, possibilmente in modo che tutti lo possano comprendere, al maggior numero possibile di persone.
Un’arte discussa
I risvolti etici, estetici e sociali della BioArt sono al centro di un fitto dibattito. Secondo alcuni, infatti, utilizzare delle materie “viventi” per comporre delle opere d’arte non sarebbe moralmente corretto. Di certo la resa dei colori e delle figure microscopiche permette di sfondare un’ennesima barriera al livello artistico e l’uomo, non nuovo alla manipolazione della natura per il raggiungimento dei suoi fini, è sicuramente incuriosito dagli orizzonti inediti dell’arte microscopica. Fotografie ed elettrografie sono i metodi più popolari, utilizzati principalmente per realizzare ritratti e immagini di vario genere, impiegando dei reagenti chimici che manipolino i micro organismi, spingendoli ad aggregarsi o disgregarsi formando la figura desiderata. Dalle tele, ai computer e ora perfino ai microscopi: l’arte continua a cercare nuove strategie per rinnovarsi, suscitando curiosità e suggestioni inimmaginabili in passato.