A cura di Filippo Fontana
Il mondo dei funghi è immenso, suggestivo e misterioso. Questi frutti della terra hanno affascinato da sempre l’uomo che li ha studiati nei libri, cercati nei boschi, assaggiati in ricette gustose ed evitati quando si trattava di esemplari tossici e velenosi. E c’era un uomo, vissuto a Parma, che aveva una vera passione per i funghi e suo era un famoso negozio di stampe posto nel cuore della città. In bottega cominciò a lavorare appena conclusi gli studi, costruendo con l’esperienza una vasta cultura sul mondo dell’incisione d’arte. Da qui cominciò la raccolta di stampe, libri, francobolli e tanti altri documenti e oggetti a soggetto micologico che andarono a costruire una collezione importante che oggi è possibile vedere e studiare all’interno della sede di Borgo Val di Taro del Museo del Fungo Porcino.
Guido Soncini e le stampe antiche di funghi
Il Museo del Fungo Porcino, nella sede di Borgo Val di Taro, custodisce un tesoro di incredibile fascino e dal valore unico. Una collezione frutto della passione di un uomo che amava il suo lavoro e i funghi, a cui ha dedicato tutta la sua vita. Si chiamava Guido Soncini (1941-2019).
Passeggiando per il centro di Parma in direzione del Duomo e del Battistero si potrebbe essere attirati da una bottega che porta davanti a sé l’insegna “OLIVA dal 1897”. Varcando la soglia della porta d’ingresso ci si può lasciare alle spalle la frenesia e l’incalzante ritmo del tempo di oggi per entrare in un mondo dal profumo di carta antica e di storia. Questo era il “regno” di Soncini, un vero appassionato micologo. Amava andare a funghi, amava studiare i funghi e, in perfetta sintonia con la sua attività, amava collezionare documenti e immagini legati a questo affascinate e misterioso frutto della terra. Nato a Parma il 28 aprile del 1941 era figlio di Luigi, di origini parmigiane e di Rita, di origini mantovane. Appena terminati gli studi aveva iniziato, giovanissimo, a dare una mano in bottega, costruendo con l’esperienza una vasta cultura sul mondo dell’incisione d’arte. Dal momento in cui aveva preso le redini del negozio di antiche stampe, la sua passione per il collezionismo si era alimentata in maniera costante. Partecipando a numerose aste ed esplorando mercatini, oltre ai soggetti e ai temi di interesse per il negozio, non mancava di cercare materiali micologici, trattenendoli poi nella sua collezione personale.
La Collezione Soncini
Sono oltre millecinquecento i soggetti che compongono la “Collezione Soncini”, perlopiù stampe, che esplorano l’universo fungino in tutti suoi aspetti. A fianco della sistematica, con xilografie, incisioni a bulino, litografie in nero e a colori (alcune anche con coloriture d’epoca ad acquerello, si possono trovare numerosi libri di botanica illustrati inglesi, francesi, tedeschi, olandesi, … Fra questi una menzione particolare meritano gli erbari del Mattioli (1563) e del Dioscoride (1568). Le immagini botaniche delle singole specie di funghi si affiancano a tavole “didattiche” e comparative un tempo utilizzate per il riconoscimento. Ma vi sono – e questo denota la curiosità e la vivacità culturale di Soncini – anche fotografie del primo Novecento, pubblicità commerciali di aziende di trasformazione o di marchi di largo consumo con riferimenti ai funghi; figurine pubblicitarie – Liebig, Nestlé e Lavazza solo per ricordare le più note – figurine per bambini di fine Ottocento, stampate in cromolitografia e fustellate con decine di funghi “umanizzati” destinate al gioco dei bimbi; cartoline di gnomi e folletti con funghi, particolarmente diffuse in area mitteleuropea e utilizzate come messaggio beneaugurale di inizio anno; stampe decorative e artistiche di epoca liberty con il fungo come soggetto decorativo; incisioni figurative con raccolta di funghi e mestieri.
Il progetto della digitalizzazione
La collezione lascia ampio spazio anche a tavole comparative, tavole didattiche per le scuole, pure in materiale plastico preformato e modellini di funghi; tavole artistiche con abbinamento funghi, animali e stili architettonici; ex libris a tema micologico. Una voce a parte è quella legata ai libri e alle pubblicazioni di micologia, con una serie interessante di tascabili di fine Ottocento e inizi Novecento. Ma la sorpresa non finisce mai: gride e bandi per normare la raccolta dei funghi, indovinelli, dipinti, ceramiche e una corposa raccolta di francobolli a tema micologico di tutti i Paesi del mondo fanno di questa collezione un unicum di grande interesse storico, iconografico e didattico.Un vero tesoro, eterogeneo e sorprendente arrivato al museo proprio per volontà di Guido Soncini: informato della nascita del Museo del Fungo Porcino di Borgotaro, fin da subito aveva sposato l’idea di donare la sua intera raccolta e la sua volontà è stata rispettata e sostenuta anche dai famigliari – la moglie Mariagrazia e il figlio Nicola, che ne prosegue le orme. Oggi l’intero contenuto della collezione è a disposizione di tutti. I Musei hanno anche in progetto la schedatura informatizzata della collezione, che permetterebbe a tutti la fruizione online di questo tesoro ma cercano qualche realtà del territorio disponibile a sostenere economicamente l’iniziativa.