Il dipinto rappresenta una vasta cucina dispensa, allestita in ambienti di monumentale vastità. Le pareti sono interamente coperte di rami, ceramiche, terraglie di ogni genere. Gli addetti sono intenti alle loro mansioni; in fondo si scorge un grande camino per la cottura dei cibi.
la tela, di chiaro gusto nordico, ha avuto diversi passaggi attributivi, tutti concentrati in ambito lombardo, fiammingo e tedesco.
Il vasto spazio di rappresentazione consente di mettere in scena una miriade di episodi, curiosi, divertenti, grotteschi. Le scene di cucina nell’arte lombarda (o anche in Passerotti) sono in genere più raccolte e popolate da poche figure, sulle quali si concentrano allusioni erotiche e moraleggianti.
L’opera risulta attribuibile a Joseph Heintz il Giovane, artista tedesco, attivo alla corte di Rodolfo II a Praga, ma già documentato a Venezia nel 1625. Egli si dedicò in particolare alle vedute e alle scene di genere, attingendo, dopo il viaggio a Roma, anche ai motivi della pittura dei bamboccianti. I suoi modi sono ben noti agli storici veneziani; le piccole figure si muovono in vasti ambienti scuri, in una atmosfera irreale e surreale (M. Lucco, 1987). A consolidare questa proposta attributiva sono alcuni confronti, soprattutto con il Pescivendolo di collezione privata romana (pubblicato da Pallucchini, 1981) che appare vicinissimo al servo coi funghi di questo dipinto.
Secondo Pallucchini, G. Heintz è una figura minore nel contesto della pittura veneziana del Settecento, ma è notevole per la complessità delle tematiche e per la vastità di interessi “apparentemente inconciliabili ma che coesistono in un temperamento nordico inserito nella cultura pittorica veneta”.