A cura di Giovanni Ballarini
Diana, gemella di Apollo e figlia di Giove e Latona è signora della luna e delle selve, con le loro generazioni e creazioni anche le più misteriose. Protettrice degli animali selvatici, custode delle fonti e dei torrenti è protettrice delle donne e dispensatrice della sovranità. È a Diana che si riferiscono i funghi con le loro molteplici caratteristiche, oggetti misteriosi, parte di un regno di viventi che non hanno radici, foglie e fiori, con una misteriosa biologia, che da sempre attirano l’interesse dell’uomo, anche perché sembrano spuntare dal nulla su terreno o su tronchi di piante, suscitando sin dai tempi antichi la fantasia, avvolgendosi in un alone di magia e mistero e divenendo protagonisti di credenze e leggende popolari. Su questo, approfittando di una serena notte di luna piena, dopo gli opportuni riti sacrificali e propiziatori, abbiamo intervistato la Dea Diana sui funghi e in particolare sui loro rapporti con le donne delle quali Diana è Signora.
Antica Dea Diana della luna e delle selve, è vero quanto si narra, che lei custodisca i segreti degli antichi e misteriosi funghi e dei loro rapporti con le donne?
Antichissima e preumana è la mia conoscenza dei funghi, molto di più di quella sempre parziale degli uomini, certamente preceduta da quella di altri esseri viventi che, come i maiali selvatici, da tempi immemorabili si cibano di alcuni funghi, come i porcini, che per questo hanno tale denominazione. Già settemila, novemila anni fa nel deserto del Sahara uomini antichi nelle loro pitture rupestri raffigurano funghi, testimoniando che l’uso di particolari funghi allucinogeni risale al periodo Paleolitico in contesti e rituali di natura mistico-religiosa nei quali sono anch’io coinvolta, in quanto Dea delle selve e dei boschi, dove mi manifesto nelle radure, improvvisamente di notte, come funghi disposti in forma circolare.
Antica Dea, lei si riferisce ai funghi che crescono in cerchio, che secondo antiche credenze popolari sono generati da danze notturne di streghe e gnomi?
Certamente, quello che è detto “cerchio delle streghe” e che gli scienziati possono spiegare sulla base di dati ricavati dalle loro osservazioni, era attribuito a entità diverse ma soprattutto a donne che in diverso modo avevano, o credevano di avere, magici e sovrannaturali rapporti con entità superiori, con me in particolare, che sono la Dea lunare che in forma di disco si manifesta in un ciclo di durata molto smile a quello femminile. Ma non solo, perché alcuni funghi permettono agli sciamani e alle donne predisposte di mettersi con me in un magico contatto, quelli che lei indica come gnomi e streghe.
Antica Dea, grandi sono i suoi poteri e quali sono quelli che trasmette alle donne?
Fin dalla più lontana antichità sono gli uomini cacciatori che approvvigionano il gruppo sociale della preziosa carne animale, mentre sono le donne che nei boschi e nelle selve raccolgono la carne dei funghi. Una carne, quest’ultima, che io Antica Dea ho insegnato a distinguere tra quella buona se non eccelsa, quella pericolosa a volte mortale e quella infine che attraverso sogni, visioni e sensazioni di voli infiniti permette di stabilire particolari rapporti psichici con il mondo nel quale io risiedo. Un potere femminile vasto che colpisce la fantasia umana, avvolgendosi in un alone di magia e mistero e divenendo protagonista di credenze e leggende popolari, come quella dei tanti usi e ricette dei funghi nelle cucine tradizionali, dei venefici e dei voli notturni delle streghe. Un potere che nelle diverse società umane si manifesta anche con una serie di consuetudini sulla ricerca e sulla raccolta dei funghi in relazione alle fasi lunari che avrebbero una influenza nella cresciuta dei funghi spontanei, soprattutto per la sua intensa luminosità notturna o che io, Luna, abbia un’influenza gravitazionale sui funghi, simile a quella che esercito sulle maree oceaniche o che vi sia un maggior successo di raccolta il giorno dopo la luna piena (N. d. I. – Idee escluse dalla moderna ricerca scientifica).
Antica e saggia Dea, se tante sono le conoscenze che le donne hanno sui funghi, molto più vaste e sottili di quelle degli uomini, perché non compaiono e non sono note come questi?
Non sta a me confermare quanto mi dice e tra i tanti mi basta ricordare che nel Cinquecento è il cuoco italiano Bartolomeo Scappi (1500-1577) a riportare prugnoli, spongioli e castagnola sugli altari della gastronomia e dal suo trattato di cucina intitolato Opera apprendiamo che nel corso di un banchetto tenutosi a Roma nel 1536, in onore di Carlo V, sono suppe di prungoli nel primo servizio di cucina, mentre nell’ultimo servizio di credenza ricompaiono i funghi nelle crostate di prugnoli, testimoniando il grande l’onore di aprire e chiudere il convivio destinato ai funghi. Alla fine dello stesso secolo, lo scienziato Andrea Cesalpino (1519-1603), nel suo De plantis Libri XVI (1538), individua una quindicina di famiglie fungine dandone una descrizione piuttosto dettagliata e nei secoli seguenti molti altri scienziati si dedicano allo studio scientifico dei funghi ma nessuna donna, alla quale questi studi sono interdetti. Se su questi e sui molti altri libri scritti da uomini vi sono i risultati di ricerche prima erudite e poi scientifiche, una vera e profonda conoscenza delle virtù dei funghi da me conosciute sono da me trasmesse alle donne, tramite la loro sensibilità unica e specifica che sembra mancare agli uomini, per cui è dalle donne che sono considerata propiziatrice dei funghi nella loro triplice attività di cibo divino quale sono io Dea Diana, ma anche come cibo pericoloso, a volte mortale e come cibo di visioni e sensazioni di particolari rapporti psichici.
Come Dea benefica e propiziatrice quale è il suo fungo preferito?
Facile è rispondere, dichiarandomi a favore del Boletus edulis, detto anche porcino in quanto amato dai maiali, animali dal sensibile e raffinato gusto, che traggono il loro nome da Maia, la grande antica dea della fecondità e del risveglio primaverile della natura. Miceti da sempre considerati i re dei funghi, nobili, belli visivamente, con carni sode e compatte, profumo intenso e gradevole, sapore delicato e i più saporiti in cucina. Come quelli che crescono nel sottobosco umido e tra agosto e ottobre si raccolgono a Borgotaro e Albareto sull’Appennino di Parma.











