Andar per funghi, come noto, è una delle attività più amate dagli italiani, vista anche l’estensione delle aree boschive in molte delle nostre Regioni. Al regno dei funghi (Fungi, Linnaeus 1753, dal latino) o miceti, dal greco μύκης (mykes), appartiene una categoria di organismi commestibili che sono tra i più gustosi protagonisti della tavola. Il loro momento arriva solitamente nei mesi autunnali, ma qualche specie non manca di far capolino anche in primavera. Un tempo simboli di una vita semplice se non addirittura povera, nel contesto di un’economia agricola di sussistenza, oggi sono amati e ricercati più per passione che per necessità. Gli appassionati saranno felici di sapere che esiste un documentario, realizzato nel 2019, in grado di ripercorrere tutte le fasi di vita del fungo, ritraendolo nelle sue molteplici forme. Si tratta di “Fantastic Fungi” (2019) del regista e scenografo statunitense Louie Schwartzberg.
Lo stile
L’americano indaga il mondo del fungo con un uso straordinario ed estensivo del time lapse, tecnica cinematografica della quale è maestro e precursore e che consiste nell’accelerazione dei fotogrammi. La nascita di un fungo può insomma essere riprodotta su schermo nell’arco di pochi secondi. Il time lapse è molto utilizzato in film e documentari che mirino a descrivere fenomeno naturali come la nascita di fiori e alberi o, ad esempio, l’incedere delle stagioni.
Il contenuto
L’indagine sul ciclo di vita dei funghi, oltre agli scopi descrittivi ed estetici destinati agli appassionati, tocca diverse tematiche. Tra queste emerge a più riprese il tema della crisi climatica e del suo impatto sul manto boschivo e sulle foreste in generale. Il fungo viene anche analizzato a livello biologico, sottolineando l’importanza di questi organismi nel funzionamento dell’ecosistema.
La critica
La pellicola ha ricevuto un plauso sostanzialmente unanime dalle principali testate che si occupino di Cinema. Il New York Times ha definito “Fantastic Fungi” come un “modello di sopravvivenza planetaria”. “Forbes”, non di meno, lo ha celebrato in senso ancora più ampio: “un film imperdibile per chiunque sia interessato alla vita, alla morte e al benessere del pianeta”.