A cura di Tatiana Cogo
Torna l’autunno stagione propizia per il fungo porcino di Borgotaro. Un prodotto della terra che muove, ogni stagione, innumerevoli appassionati cercatori e buongustai pronti ad assaggiarlo in tutte le forme.
Fresco o essiccato, crudo o sottolio, con il riso, le tagliatelle o i tortelli di patate è un ingrediente irrinunciabile di tutti i menù dell’Appennino e non solo.
Abbiamo affrontato il tema della sostenibilità e del turismo che anche questo prodotto muove, con Alessandro Cardinali, presidente della Strada del Fungo Porcino di Borgotaro, associazione volontaria senza fini di lucro che ha come obiettivo di favorire lo sviluppo armonico delle aree rurali comprese nel suo territorio, valorizzare il patrimonio enogastronomico, promuovere il turismo nei luoghi di produzione di prodotti tipici e tradizionali di qualità.
Il Fungo Porcino di Borgotaro è l’unico che vanta il marchio IGP a livello europeo ed è la vera ricchezza della Val Taro, una eccellenza del territorio. Fondamentale dunque è la certificazione di autenticità. Come vengono garantiti elevati standard qualitativi della filiera produttiva?
La certificazione è fondamentale e proprio attraverso il Consorzio di tutela del Fungo Porcino di Borgotaro IGP viene garantita la raccolta corretta, alla presenza dei micologi. Tutto questo rappresenta una assicurazione importante per la valorizzazione del prodotto ma anche del territorio, che beneficia del riconoscimento del marchio IGP ottenuto nel 1993.
E mi piace ricordare qui la figura di Pier Luigi Ferrari (1945-2016), che da Sindaco di Borgotaro tanto si spese per il raggiungimento, con l’aiuto di molti altri, al raggiungimento di questo obiettivo e poi, da Vice Presidente della Provincia, per la nascita del Museo del Fungo, che giustamente gli è stato dedicato il 13 settembre 2024
Rispetto dell’ambiente e sostenibilità sono aspetti essenziali per un prodotto non coltivabile, raccolto in un territorio, fatto di boschi di faggi, castagni e abeti che deve essere incontaminato. Come si riesce a tutelare una zona così vasta?
Sotto il profilo ambientale sono in prevalenza le Comunalie e i Consorzi di privati, in collaborazione con le associazioni ambientali ed ecologiche, a garantire il vero presidio in ogni comune facente parte dell’area Igp di Borgotaro che coinvolge Bedonia, Berceto, Borgo Val di Taro, Compiano, Tornolo in provincia di Parma e Pontremoli e Zeri in provincia di Massa-Carrara.
Un altro aspetto importante è la collaborazione con le Guide Escursionistiche e Ambientali altra garanzia sul tema dei controlli.
Quanto conta il Museo che celebra il Fungo Porcino di Borgotaro per promuovere il turismo nelle zone di montagna?
Il Museo è uno strumento importante per aumentare l’attrattività di un territorio. I turisti oggi sono sempre più alla ricerca di esperienze, sia sotto il profilo culturale che enogastronomico. La possibilità del Museo del Fungo di ospitare eventi al suo interno come show cooking, degustazioni, presentazioni di libri, ne moltiplica le opportunità.
Questo museo fa parte del circuito dei Musei del Cibo, un’ampia rete che promuove tante eccellenze enogastronomiche della nostra provincia: anche questo è un punto di forza.
E speriamo di avvicinare sempre più le persone che soggiornano nelle nostre montagne.